Se il concorso letterario di un festival dell’editoria è di EAP.

Mi lamento sempre che tutti gli eventi più bellini legati al mondo dell’editoria e della lettura sono relativamente lontani a dove vivo io. Milano e Roma in primis, ma non dimentichiamo anche Padova e Torino. Mentre la mia città si dibatte nella cristallizzazione culturale.

Mi segnalano allora che vicinovicino posso trovare Buk Modena, Festival della Piccola e Media editoria.

Stamattina volo direttamente al sito e come prima cosa clicco su “Premio Letterario ScrivendoVolo”, che mi invita a partecipare con la bellezza di quattro eleganti punti esclamativi.

Mi dico che se è sponsorizzato da un festival dell’editoria sarà una cosa decente (non a pagamento, non di casa editrice ad cazzaum e a pagamento, non destinato a svanire nell’etere). Mi dico.

Scopro invece sul bando di concorso che non devo pagare alcuna quota di partecipazione, ma, nel caso vincessi allora sì che come premio devo sborsare denari.

La partecipazione è gratuita. Gli autori selezionati, si impegnano ad acquistare due copie del libro che verrà stampato e che raggrupperà i racconti scelti con il 20% di sconto sul prezzo di copertina (il pagamento dovrà avvenire prima dell’uscita dell’antologia).

Sottolineano il PRIMA. Non precisano il prezzo di copertina. Né, successivamente, quando indicano che il librino verrà venduto praticamente su tutto il globo terrestre, specificano in quale modo la cosa dovrebbe (economicamente) interessare al partecipante.

Ho cercato se Giramenti aveva parlato della casa editrice organizzatrice, Il Violino, giusto per capire con chi avevo a che fare. Sospetti confermati: scopro che l’ha fatto qui e qui.

Ma tralasciando la questione del concorso in sé, la mia domanda è altra: cosa posso aspettarmi da un festival di editoria che usa quattro punti esclamativi si fa portavoce di un concorso organizzato da una casa editrice a pagamento e che obbliga il vincitore all’acquisto di copie?

Sigh.

Mi sa che faccio meglio a prendere un biglietto del treno per Torino.

29 pensieri su “Se il concorso letterario di un festival dell’editoria è di EAP.

  1. Che tristezza queste più o meno velate fregature…
    Però il tuo finale mi lascia un po’ di speranza, essendo io di Torino!
    A cosa ti riferisci?

    • E si scoprì che il volume con obbligo d’acquisto era laccato oro XD

      Eh, io ero già carichissima, “vado tutti e due i giorni, che tanto non ci metto tanto!”. Ma se tanto mi dà tanto, immagino che mi troverei in una giungla di fregature.

      • Magari gli organizzatori sono in buona fede…però non hanno scusanti nel proporre un simile concorso.
        E se uno non vuole pagare che gli fanno? Lo tolgono dalla pubblicazione e ne mettono un altro che invece è felice di pagare pur di poter dire di “aver vinto”? Mah :/

      • Gli organizzatori del Festival mi lasciano perplessi, può essere che sia sfuggita loro questa clausola? Perché non credo avrebbero alcun vantaggio in un tale genere di concorso (che probabilmente fa fuggire i validi e attira gli ingenui inconsapevoli).

  2. Uh ma che bello! Se vieni a Torino batti un colpo 😉

    Ah, la roba dei concorsi a pagamento invece è una piaga che evito sistematicamente con la debita cura. Anche se spero che iniziative del genere si estinguano per un processo darwiniano, la parte più realistica di me teme che siano difficile da sradicare: ci sarà sempre chi vorrà aprire a pagamento la propria coda di pavone per dire che è stato pubblicato su qualche pezzo di carta.

    • Ma siete tutti torinesi? 😀

      I concorsi a pagamento sono un male incurabile e una trappola per ingenui e stolti. (Nel processo darwiniano bisogna vedere chi la spunta tra loro e i partecipanti-aspiranti scrittori, io non ci metterei la mano sul fuoco…!) Ci si rassegna, insomma.
      Però quando è il concorso ufficiale di una fiera di editoria ci rimani un po’ perplesso O___o

Dimmene quattro! (o quante ne vuoi)