[Giornata della memoria #3] Commedia in minore

[terzo di una breve serie di post dedicati alla Giornata della Memoria e al racconto del passato. Trovate il resto qui  e qui]

Fin dalle prime pagine di questo libricino, mi è capitato spesso di chiedermi… Se fossimo in una situazione come l’occupazione nazista, e mi chiedessero di nascondere qualcuno in casa mia, chissà per quanto tempo, rischiando la mia stessa vita, cosa farei?

Rispondersi in tempo di pace e democrazia è facile. Mi dico che sono coraggiosa con le mie idee, credo. (O forse solo rompipalle). Eppure… E’ sufficiente il solo pensiero della paura costante a farmi entrare nel panico. Mi immagino guardarmi intorno sospettosa, perdere la fame, il sonno, controllare i miei stessi respiri.

I popoli non sono fatti di eroi e martiri, ma di persone normali. E io sono banalmente e umanamente normale. Ed è di ciò che Commedia in minore racconta, persone normali che si ritrovano a poter essere eroi.

Non capita tutti i giorni l’occasione di salvare qualcuno

Hans Keilson, che la persecuzione nazista, la Resistenza e la costrizione al nascondiglio le ha vissute in prima persona, fa parlare le voci (per una volta la variabilità di punto di vista m’è pure piaciuta) di chi salva e di chi è salvato. O almeno ci si prova, a salvare.

Le voci di Wim e Marie, una giovane coppia olandese che non sanno come dir di no alla richiesta di nascondere un ebreo, Nico, durante l’occupazione nazista.

E la voce di Nico, un uomo semplice, buono, frustrato da quelle quattro pareti, ma spaventato da qualsiasi cosa sia oltre di esse.

Commedia in mi minore fa l’occhiolino con un titolo ironico e con una lievità difficile da incontrare nella narrativa che racconta l’Olocausto, perché il “paradosso” su cui Hans Keilson imposta la narrazione è il fatto che poi quest’uomo ebreo muore, eppure senza clamori o colpe altrui, senza che si veda l’ombra di un nazista, ma per una “banale e normale” malattia.

E allora, per chi lo ospita diventa quasi più complicato: liberarsi del corpo, ritrovarsi a compiere errori, soffrire la perdita, veder fuggir via la possibilità di rivelarsi al mondo come degli eroi (!), a guerra finita.

Commedia in minore è del 1947, lo stesso anno in cui Il diario Anna Frank venne pubblicato, e arriva in Italia con Mondadori nel gennaio 2013, due anni dopo la morte dell’autore (che ha dedicato la propria vita alla scrittura della memoria e alla psicanalisi, in particolare del trauma dei bambini sopravvissuti).

I romanzi di quest’autore sono stati definiti, sul New York Times,  dei capolavori e chi li ha scritti un genio. Io li definirei più che altro lievi, garbati, sinceri. Il racconto dell’umanità degli eroi improvvisati.

Commedia in minore
Hans Keilson
Traduzione di Marco Ghidotti
Edizione Mondadori
Collana Libellule
2013
146 pagine
10 euro.

2 pensieri su “[Giornata della memoria #3] Commedia in minore

  1. La tua domanda mi ha fatto ricordare la parte iniziale di Bastardi senza gloria, quando il francese nasconde una famiglia ebrea in casa, sotto il pavimento di legno, ma si trova costretto a rivelare il nascondiglio per salvare la sua famiglia.

Dimmene quattro! (o quante ne vuoi)