Dopo “un po’ di chiacchiere” la moglie Inez l’ha lasciato. Ora lui vive in due stanze ammobiliate, al piano di sotto una vecchia guarda la tv e sembra morta (ma chi se ne importa?), lui si alza, dorme, guarda la tv, beve, sopravvive. Beve il caffè, ma non tutti giorni. Dipende se si ricorda e se è un giorno da caffè. Intanto nell’orecchio gli si forma un grosso tappo di cerume. Qualcosa di importante a cui pensare, un tappo di cerume.
Quante ore il protagonista decide di trascorrere sul divano e che fine fa il cerume nel suo orecchio lo potete scoprire nel racconto Piano di Raymond Carver.
E’ contenuto nella raccolta Da dove sto chiamando, minimum fax (o Einaudi). Anche se io l’ho letto nella mia personale “Bibbia”, The Paris Review – Il libro, della Fandango.
[Racconti viziati: i sette vizi capitali in sette racconti, più o meno famosi. Uno al giorno]
Avete qualche racconto viziato da consigliare?
amore mio Ray!
sai quegli autori che leggi tutto di seguito…
l’unioc scrittore che io conosca che insegna a scrivere mentre leggi.
A
Ok, decisamente mi consigli di approfondire questo autore! 😛
(mi fan lo stesso effetto Borges e McEwan!)
De più! (si dice a Roma) 🙂
Cara:) hai un award da ritirare:P
*O* mi faccio il tè, sbrigo due cose e corro!**
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me lo ricordo questo racconto… fatto di niente e dice tutto!
Sì, tutto e niente… e rimane un sacco impresso!
Considera che io l’ho letto un anno fa e mi è tornato in mente all’istante 😉