Carta velina. Mondo di seconda mano, di Katherine Min

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La cosa che più ho pensato mentre leggevo Mondo di seconda mano di Katherine Min è “un romanzo delicato e sottile come carta velina”.

I capitoli sono brevi. Gli eventi raccontati sono forti, spesso. Ma vi è tanta poesia. Senza grida, ma con molte sensazioni. I passi notturni dell’insonnia. Le cicatrici visibili e non visibili. I presagi nelle foto e nella storia di una famiglia. I silenzi gonfi.

Ecco, famiglia: questo romanzo non racconta di una ragazza, la protagonista Isa, così la chiama la madre, o Myung Hee, così la chiama il padre. (Due nomi, come se fosse due persone, due identità). No, racconta della sua famiglia intera, di coreani emigrati in America e che negli anni ’70 vivono tra il sogno americano e l’attaccamento alle tradizioni.

E i romanzi che raccontano famiglie sono sempre stati tra i miei preferiti. Perchè raccontano di legami da cui non puoi sfuggire e cose sono forti ma imperfetti. Raccontano di persone che si conoscono dalla nascita eppure hanno ognuna i propri segreti. Raccontano di infiniti giorni insieme senza che certe parole vengano dette.

Mondo di seconda mano è su tutte queste cose. E’ un romanzo sull’adolescenza, l’incomunicabilità e il dolore.

Come può una famiglia sopravvivere alla morte di un figlio? La famiglia di Isa è sopravvissuta, ma tra di loro si è formata una crepa irreparabile. Dalle infinite diramazioni e sfumature. O forse la crepa vi era già da prima.

Sarà stato quel sorriso nella foto di matrimonio, infausto secondo la tradizione coreana? Sarà un amore traballante e sbilanciato? Sarà l’impossibilità di sfuggire al dolore di un paese in guerra?

Nasciamo in un mondo di seconda mano. Tutto ciò che per noi è nuovo lo è solo perché siamo appena nati. Ma è quello che non possiamo vedere, tutto quello che è avvenuto prima di noi — ciò che i nostri genitori hanno visto, sono diventati e hanno fatto — che ci avvolge, come fasce messe che qualcuno ci ha passato, anche se siamo ancora nudi. Una crepa ci attraversa, nella sua imperfezione ci unisce e allo stesso tempo ci separa, ponendoci sulle estremità opposte di un abisso. È insieme molto bello e molto triste, ma è, in fondo, la spaccatura nell’universo che ci genera

Non è un romanzo perfetto, è fatto di alti e bassi. Momenti meno vivi, imperfetti. E altre volte, invece, bagliori di parole e personaggi non dimenticabili.

La cosa che colpiva di più in lui era il suo albinismo. […] Era esotico nel senso botanico del termine, perché come una specie rara di orchidea aveva bisogno di stare alla temperatura e nell’ambiente giusto.

Ma è un romanzo che si legge in un’unica esperienza.

Dolorosa e sottile.

*

Mondo di seconda mano
di Katherine Min
traduzione di Francesca Toticchi
66than2nd
272 pagine

9 pensieri su “Carta velina. Mondo di seconda mano, di Katherine Min

  1. Neppure io mai letto nessu coreano. Però la storia della famglia che sopravvive alla morte di un figlio non so se, al momento, potrei emotivamente sopportarla 🙂

    • è un evento raccontato – passato rispetto al tempo della narrazione – ma il libro è abbastanza incentrato su come questa morte divenga il centro dei rapporti tra Isa e i suoi genitori. Ti dico, secondo me è raccontato bene – e senza drammaticità esibita – ma m’ha abbastanza provata, ecco. E io di figli non ne ho…

Dimmene quattro! (o quante ne vuoi)