Letto versus comprato

Leggevo, poco fa, qualche battuta di Einaudieditore su twitter, riguardo un paio di romanzi della casa editrice.

Fa riferimento a due ultime uscite: l’Ulisse di Joyce nella nuova traduzione di Celati con la bellissima (almeno secondo me) collana Letture Einaudi (e particolarmente cara, devo dire. Vicino al “ingiustificatamente proibitiva”); e Il posto dei miracoli di Grace McCleen, uscito da poco con i Supercoralli.

Il primo… beh, è Joyce. Dell‘Ulisse ne ho già tre copie diverse in casa. E se ho amato Gente di Dublino, non sono invece MAI riuscita a finire il grande mattone considerato suo capolavoro. E 28 euro sono per me troppi per dare un’altra possibilità a qualcosa che ho comunque già in casa.

Il posto dei miracoli è invece romanzo nuovo, che si prospetta molto particolare. Fin da quando ho letto l’estratto disponibile sul sito Einaudi, è scivolato al primo posto dei “libri da comprare”. (Peccato ne abbia accumulati un po’, ultimamente, e abbia fatto una sorta di fioretto, quindi debba attendere. O forse sto aspettando un improbabile sconto sul formato ebook. “Aspetta e spera”, si dice in questi casi…). L’ho sfogliato già varie volte in libreria. In piedi, quasi in bilico, ne ho letta una metà. Ho scuriosato qualche recensione, quando ne ho trovate. Come le parole di Tazzina-di-caffè.

Insomma, è uno di quei romanzi che ti ispirano, tipo un sacco. Che sembrano racchiudere qualche segreto tra le pagine.

Ed Einaudi ci dice, su twitter, che vende meno dell’Ulisse. Vende, eh. Però…

E allora insomma, una domanda mi ha fatto capolino tra i pensieri, subito.

Ma la gente, lo legge poi, l’Ulisse? O lo compra e basta?

Che magari sembra una domanda stupida, però io di editoria, di economia, e di tutte quelle cose lì non so mica niente. Di classifiche di vendita me ne infischio. Però qualcosa della gente che legge la so. E anche di quella che compra libri, che spesso li accumula, e meno spesso li sfoglia. Di lettori dell‘Ulisse non ne ho conosciuti molti.

Questa domanda me la sono posta anche altre volte in questi giorni: è uscita, se ne sta parlando tanto in ogni dove e come, una collana della Newton a 0,99 centesimi. Meno di un caffè, almeno dalle mie parti.

Accanto a bei titoli come Il grande Gatsby e Il ballo, troviamo anche opere di Seneca, di Freud, tragedie di Shakespeare e pure opere di Dostoevskij. Il fatto è che ho visto in giro l’acquisto compulsivo di questi volumetti. Nella Feltrinelli della mia città, l’opera di Freud è esaurita. Nei gruppi facebook, su blog, su twitter, su instagram, dovecavolovipare, si esibiscono con soddisfazione foto del malloppetto di volumi acquistati. Stanno evidentemente andando a ruba, attirandosi molte critiche perché questa manovra sarebbe colpevole di attaccare un po’ bassamente le altre case editrici.

Ma di questo ne parlerò nei prossimi giorni, che le mie due lire a riguardo a qualcuno dovrò pure rifilarle. No, la mia domanda di oggi è…

Ma davvero la gente lo legge, poi, Seneca? O lo compra e basta?

No, perché io le opere di Seneca le ho lette. E pure quelle di Freud. E le tragedie e Dostoevksij. E non certo in tremende traduzioni Newton, ma vabbe’, non andiamo a cercare il pelo nell’uovo.
E’ che proprio non riesco a immaginarmi le schiere infinite di clienti che hanno acquistato questi libri mettersi comodi per immergersi in “L’interpretazione dei sogni”.

Magari mi sbaglio, ma poi ci sono certi numeri che parlano chiaro, e sono i tremendi nomi nelle classifiche dei più venduti in Italia, che ci raccontano un popolo di lettori che cerca basso intrattenimento e pure una buona dose di volgarità.

Io ho una buona dose di saggi, librini e libretti non letti. Oppure sfogliati e abbandonati. La maggior parte delle persone che conosco ne ha ancora di più.

E insomma, forse l’Ulisse vende più che un romanzo contemporaneo un po’ particolare. Perché ha un nome noto, ed è bello da vedere e a volte esibire. Perché alcuni lo amano tantissimo, e molti si vergognano di non averlo mai letto. E pure Seneca batterà molte vendite. Perché la collana Newton è da “possedere”, è una voglia di acquisto, è il fascicolo che fai scivolare nel carrello quasi con indifferenza, che galvanizza la voglia di “avere” senza pesare economicamente.

Però poi c’è un conteggio che nessuno fa, che è quello dei “libri letti”, più che acquistati. E sono sicura che le percentuali di “Il posto dei miracoli” e tanti libri che troppo spesso hanno attenzione relativamente bassa siano decisamente più alte. E più importanti.

7 pensieri su “Letto versus comprato

  1. Innanzitutto un saluto e complimenti per il blog, dato che intervengo per la prima volta! Sicuramente offerte, sottocosti e allegati sono spesso l’occasione pe procacciarsi libri che fanno sempre la loro bella figura sugli scaffali. Ci sono quelli che li comprano per avere un pezzo dal collezione di cui far sfoggio (magari parlandone tramite citazioni altrui) e quelli che approfittano delle occasioni per procurarsi il libro che proprio volevano, che aspettavano, che non vedevano l’ora di sfogliare. Per parte mia, ho apprezzato molto iniziative di certi quotidiani o settimanali che offrivano grandi capolavori a basso costo e in belle edizioni, ma sempre con l’intento di leggerli, con continuità o per consultazione (ammetto che non mi metterei mai le Storie di Tucidide sul comodino, pur essendo una classicista, ma di tanto in tanto ne leggo qualche passo)… che dire? Si può sempre sperare che anche chi vuole semplcemente togliersi lo sfizio di possedere il grande classico, l’opera imprescindibile, la pietra miliare della letteratura, prima o poi abbia anche la voglia di leggerla e comprenderla… l’occasione del basso prezzo, secondo me, produce anche questo, a volte…

    • Ciao cara, benvenuta e grazie mille i complimenti ed esserti “fermata” 🙂
      Io sono la prima ad attendere pubblicazioni in sconto o con settimanali… sono un’affezionata con quelli di La Repubblica – dai grandi romanzi del ‘900 di anni fa ai racconti con testo originale a fronte e così via 😛 – anche perché sono delle belle occasioni per collezionare una linea di testi in qualche modo omogenea senza troppa fatica… 😉
      L’occasiona del prezzo basso sicuramente attira molto e può portare molti a leggere qualcosa: certo, io vedo delle distinzioni… se prendi Il ballo della Nemirovskij leggendolo è probabile che anche un lettore rarissimo si appassioni all’autrice e lo stesso con Fitzgerald. O Poe. Sono quei classici che davvero sono accessibili e coinvolgenti, anche perché la maggior parte delle persone considera i “classici” come polpettoni pesissimi, cosa che, nel 90% dei casi, non è affatto. Mi interrogavo più su Ulisse (che costa una cifra non indifferente, secondo me) e testi che mi sembra difficile pensare che nella maggior parte dei casi vedranno più di una rapida sfogliata. Seneca, Freud, Sun Tzu. Persino Shakespeare.
      In linea di massima chi vuole leggere questi autori li cerca di solito in edizioni con traduzioni migliori di questa e con una carta che non si sbricioli come cartaigienica grigia e riciclata. Ovviamente parlo in generale, considerando che le persone che so aver acquistato questi librini sono perlopiù lettori di libri commerciali. Poi, beh, sono la prima a dire che è sufficiente una persona che scopre un amore per testi “eterni” per poter essere contenti 😉

  2. Cavoli! La nuova edizione Einaudi l’ho vista per la prima volta proprio ieri sera in edicola e mi è subito venuta voglia di comprarla, di sicuro per merito della bellissima copertina blu. Però, proprio perché sono fermamente intenzionato a leggerlo un giorno, mi sono trattenuto. Più che il prezzo a fermarmi sono state le domande: ma chi è questo tizio che l’ha tradotta? perché ha tradotto le canzoni (come dice il retro)? ha fatto bene? anche se ha fatto bene, a me piacerebbe leggerlo in italiano o sono abbastanza presuntuoso da pensare di farlo in inglese? Ecco, uno che compra le super economiche Newton Compton queste domande non se le fa probabilmente, perché acquista il possesso dell’oggetto, non la mezzora/settimana/3mesi di tempo che ci metterà a leggerlo e che io invece voglio che sia di ALTA qualità. Poi però una mia amica mi ha chiesto se aveva fatto bene a comperare Seneca e Freud in offerta al supermercato (è successo davvero, giuro, proprio quei due lì) ma non per l’edizione, mi ha chiesto com’erano Seneca e Freud. Io che non li ho letti le ho risposto diplomaticamente che fa sempre bene leggere i classici. Forse se non fossero stati a 99 cent non li avrebbe presi, ripiegando su qualcosa di più familiare. Chissà, magari poi le piace 🙂

    • Mi sono posta le stesse domande sull’Ulisse… XD Anche perché mi ero chiesta se finalmente non sarebbe potuta essere la volta buona di iniziarlo e finirlo (ma credo di no, non sono in una fase da libri di 900 pagine :/). Come edizione la stanno sospirando da almeno quest’estate, quando hanno annunciato l’uscita e sono comparsi stralci di traduzione, e so che è stato un lavoro molto lungo e sospirato.
      Francamente la collana che la accoglie mi sembra tanto bella quanto ladra: copertine neutre, monocolore, non rigide e prezzi da urlo. Quindi insomma, domande come le tue uno se le fa – o dovrebbe fare – prima di un acquisto comunque consistente…
      La tua amica che “proprio quei due lì” li ha acquistati non per il possesso dell’oggetto ma facendosi domande sugli autori e per gli autori… 🙂 speriamo le piacciano!

  3. Penso che parecchi che comperano i grandi classici poi non li leggono, lo fanno perché fa “in” averli, metterli sulla libreria, probabilmente in un posto molto ben visibile.
    Spesso, come dici tu, sono dei “mattoni”, allora preferisco prenderli in biblioteca, e leggerli, se poi mi sono piaciuti, cerco una buona edizione, curata bene ma che non costi troppo, ma di sicuro non un Newton a 0,99.
    Sono sicura che molti di quelli che i saggi li leggono davvero li preferiscono in un’edizione curata.
    Come scrivevo in un altro post, ho letto “Il ballo” e l’avevo preso in prestito in Biblioteca, , mi sarebbe dispiaciuto pagarlo 9 euro dell’edizione Adelphi.

    • Le edizioni Adelphi a volte hanno prezzo allucinanti, soprattutto quando si tratta di opere nemmeno più coperte dai diritti d’autore!
      Pure io sono dell’idea che i veri lettori di un certo tipo di romanzi-saggi abbiano un’idea ben precisa di ciò che vogliono tra le mani. Tant’è che non penso proprio siano i destinatari di questa collana…

  4. Pingback: Raccoglitore [cose lette e mangiate nel web #3] | lepaginestrappate

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