Scatola nera, Jennifer Egan

E’ andata così:

– A Jennifer Egan, che ha vinto il Premio Pulitzer con Il tempo è un bastardo, viene chiesto di scrivere un racconto per il New Yorker. Solo che lei, dato che è una miniera di idee, propone di pubblicarlo su twitter. Il New Yorker esulta! Jennifer Egan scrive la storia: usa un quaderno giapponese con otto riquadri per pagina… Sono le frasi secche, numerate in caratteri che andranno a formare i tweet di Black Box.

– Un tot di tweet a serata, a precisa distanza, Black Box viene pubblicato tramite l’account twitter del New Yorker. Un romanzo a puntate, una sorta di feuilletton ottocentesco modellato su tecnologia moderna.

minimum fax fa tradurre le frasi di massimo 140 caratteri in frasi di massimo 140 caratteri a Matteo Colombo. (Il quale si sarà sognato il conteggio caratteri pure di notte, poi. Spero che l’abbiano pagato bene). Minimum fax poi pubblica la storia, Scatola nera, tramite il proprio account twitter: il ritmo è sempre a puntate.

– minimum fax pubblica l’intero racconto in ebook. Costo: 1,99 euro. (Io l’acquistato direttamente dal loro sito, ma ho visto che c’è anche su Amazon e altri rivenditori di ebook).

La tua mente si ricongiungerà al corpo quando potrà farlo in tutta sicurezza.

Io, che sono sveglia come un bradipo assonnato, sono arrivata all’ultima fase. Precisamente ieri, con tutta la flemma di questo mondo.

La scelta di leggere un’opera di questo tipo è stata guidata da due spinte: la prima è il nome dell’autrice, Jennifer Egan, uno dei miei ultimissimi innamoramenti (e di questo devo ringraziare i consigli di Labrocheuse); la seconda è la curiosità, essenzialmente, verso qualcosa di nuovo e di diverso dal solito. Spesso nella curiosità verso le “modernità” c’è anche una buona dose di sospetto… una vena che mi fa avvicinare con un certo pregiudizio: “Ah! Voglio proprio vedere che balzanata sei riuscita a fare?!”

E insomma… Mi aspettavo una cosa breve, un esercizio di scrittura costipato dalle barriere asfissianti di un tweet e risolta su un gioco di sarcasmo e massime da bar, come spesso è la comunicazione via twitter. Invece, sorprendetemente, Scatola nera è un racconto piuttosto lungo, con una sua trama e una forma funzionante.

Non so come la lettura via twitter, quando la storia veniva pubblicata a puntate, funzionasse. Penso che io probabilmente mi sarei persa: troppe distrazioni, troppo colorato, troppo ritmato.

A sorpresa, invece, leggendolo da pagina 1 a pagina fine, l’effetto generale è piacevole. Sono caduti i pregiudizi ed è nato divertimento per l’idea ed entusiasmo per quest’autrice che non si ferma mai, che si mette sempre alla prova. Preferisco un autore che rischia, anche di sbagliare (e l’esperimento ha attirato molte critiche, oltre che consensi e interesse) e che è sempre alla ricerca di nuovi stimoli, rispetto ai narratori che tornano sempre sui propri passi, per ripercorrerli in tutta sicurezza.

Inaspettatamente, mi sono ritrovata a leggere il testo con avidità, impaziente di vedere come si sviluppasse, del passo successivo. Emozionandomi ed empatizzando con la donna protagonista, con le sue emozioni e il suo corpo usati, alla mercé della società.

Scatola nera non è né sarcasmo da bar né ovvietà costipate dal limite caratteri… è invece la scelta meno ovvia che Jennifer Egan potesse fare: è un racconto noir, una spy-story al femminile che intreccia azione, poesia, tecnologia, futurismo, distopia.

In un futuro non troppo lontano, una donna sacrifica se stessa per la collettività, diviene una spia. Offre il proprio corpo e la propria mente in favore del bene dei più e si riduce a solo mezzo.

Il tuo esssere una volontaria è la più nobile forma di patriottismo.

Nel nuovo eroismo, l’obiettivo è trascendere i dolori e gli amori meschini della vita individuale in favore di un’abbagliante collettività.

Frasi secche e breve che alternano narrazione e pensieri, che modellano un ritmo di lettura scandito più che lasciare intuire un obbligo di scrittura.

Tanto di cappello, davvero, a Jennifer Egan, perché Scatola nera non è un esperimento scrittorio fine a se stesso, il cui valore inizia e si esaurisce nell’idea generatrice, ma una storia avvincente e particolare, ricca di emozioni e tensione.

Titolo Originale Black Box
Traduzione Matteo Colombo
ISBN 978-88-7521-480-7
Pagine… secondo il mio Kindle una cinquantina
Pubblicazione novembre 2012
1,99 euro

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14 pensieri su “Scatola nera, Jennifer Egan

  1. È la prima volta che commento, anche se ti leggo. Su fb commento con la mia vera identità (segreta) heheh 😉
    Che dire, mi hai davvero incuriosita, con questo post. Ho da poco letto Guardami della Egan e devo dire che a lettura ultimata sono rimasta in una sorta di trance. Non mi ha convinta del tutto ma non tanto per la storia in sè, che invece centra dei punti addirittura in anticipo rispetto ai tempi, quanto per il modo in cui è stata scritta. Per le lunghe divagazioni, forse. Sta di fatto che quel libro sta ancora sedimentando nella mia testolina. È sicuramente complesso e lento. Ora tu, però, con questo post mi incuriosisci e mi fai venire voglia di leggere questo racconto. L’esperimento, poi, mi ha incuriosita moltissimo e mi ha affascinata. Avevo intenzione di far passare un po’ di tempo e poi tentare un nuovo approccio con “Il tempo è un bastardo”. Vedremo 🙂

    • Sei tipo una 007! 😛 ora ti seguo pure io con la mia identità… più o meno segreta xD
      Sai che riguardo a Guardami (scusa per l’assonanza) ho letto altri pareri similari al tuo? In particolare sulla “sedimentazione”. Io Guardami ancora devo leggerlo, mentre Il tempo è un bastardo mi è piaciuto molto. Sono curiosa di scoprire se dirti “sì, lo penso pure io” oppure “no, per me funziona”.

      Riguardo a questo racconto appena saputo di che si trattava pure io ero curiosissima** Diciamo che è una lettura in cui buttarsi con la voglia di un po’ di sfida e una buona apertura alla sperimentazione, ma personalmente mi ha esaltata molto 😀 sarà che questi divertimenti mi stuzzicano sempre!

      Se lo leggi fammi sapere, che sono curiosa! Gironzolando ho trovato pareri MOLTO discordanti (e pure interpretazioni filosofiche piuttosto dubbie).

      • allora magari ci possiamo confrontare dopo che l’avrai letto! Sì, mi farebbe piacere 🙂

        p.s.: ieri sera mi sono decisa a creare anche una pagina facebook come appendice del blog. Ammetto che è anche per comodità mia, così posso interagire anche lì con le pagine librose con l’identità che ho nel blog, d’ora in poi, evitando lo strano sdoppiamento tipo dottor Jeckyll e Mr. Hyde xD

  2. Ma è bello come “il tempo è un bastardo”? Io l’ho letto e sono rimasta affascinatissima. Quella donna o è un genio o ha settordici personalità.

  3. Piccola correzione: l’account twitter è quello del New Yorker, non del New York Times. Se ti è piaciuto “Black Box” prova a dare un’occhiata ai libri di Amelia Gray, sempre che tu non lo abbia già fatto.

      • Credo che ancora non ci sia niente di tradotto in italiano. Sul suo sito puoi leggere alcune micro-storie e su Amazon.com puoi vedere l’anteprima di alcune pagine dei suoi tre libri. A me ha colpito particolarmente AM/PM che riesce ad essere leggero e al tempo stesso corposo. “Threat” secondo me si meritava di vincerlo il Pen/Faulkner…. ma io sono di parte: ormai AG è la mia nuova eroina. Spero ti piaccia 😉

Dimmene quattro! (o quante ne vuoi)