L’ombelico di Giovanna, Ernest van der Kwast

L'ombelico di Giovanna

Ve lo ricordare quel ragazzo olandese-indiano che mi aveva fatto tanto ridere e piangere con Mama Tandoori? Ecco. Quel ragazzo olandese-indiano, all’anagrafe Ernest van der Kwast, è tornato a pubblicare in italiano.

L’ombelico di Giovanna. Una storia che, laddove Mama Tandoori parlava di amore di famiglia, parla di amore di coppia. E parla di mare della Puglia e costumi, tra le altre cose, perché esce in inverno e si diverte a farci del male. (Sto iniziando a fare il conto alla rovescia per le vacanze. Non è una cosa sana.)

C’è anche un vecchietto tenero e silenzioso che ha trascorso la vita a raccogliere mele in Trentino e che riceve una lettera d’amore dal suo primo e unico amore, Giovanna. Che, col suo bikini raffazzonato, l’ombelico scoperto, le idee di indipendenza, ha rifiutato di sposarlo. E dato che lui l’aveva presa bene, aveva lasciato la Puglia per sempre. Insomma, dopo sessant’anni lei gli scrive “Ehi! Ti amo!”. ‘sticazzi. Non è mai troppo tardi. Altro che le Poste Italiane.

Questo raccontino – perché del racconto e non del romanzo ha la lunghezza, ma soprattutto il ritmo e il respiro narrativi – sull’amore e il tempo che passa mi ha ricordato Amour: ossia mi ha riportato alla mente il pensiero di come nel 2013 si cerchino spazi per raccontare non solo il dolore puro e la solitudine della vecchiaia, ma anche la sua forza e le caratteristiche dei suoi amori.

Nel suo piccolo lo fa anche L’ombelico di Giovanna. Che non è un capolavoro, no. E non è nemmeno coinvolgente (o divertente e commovente e altre cose in -ente) come Mama Tandoori. Ha qualche luogo comune sia nella narrazione, soprattutto nella rappresentazione dell’Italia del Sud del dopoguerra (scelta rischiosa già per un italiano, figuriamoci per uno straniero…!), sia in alcune scelte espressive (il lirismo e le frasi sul tempo sono un’arma a doppio taglio.)

Ma nel complesso è una storia che m’è piaciuta: tinte acquerellate. Nostalgiche ma non depresse. Qualche rimpianto, ma sempre la felicità della vita presente, passata, la speranza per la futura. Dolcezza. Natura. Amori finiti e mai finiti e soprattutto, come nella maggior parte dei casi, impari: c’è quasi sempre uno che ama più dell’altro. O che ha un modo di farlo che risulta più limpido. Ma non è mai troppo tardi, ci insegna Ezio.

Le cose per me più belle:

– la storia di Giovanna. Bellabella.

– la roba marcia nell’ombelico di Ezio.

– la raccolta delle mele.

[c’ho pure la copia autografata con dedica, perché ho costretto il mio ragazzo ad andare a uno degli incontri di presentazione che Ernest van der Kwast ha fatto in alcune città. Che dire, Ernest, a leggere la dedica si capisce proprio che sei straniero!]

ernestautografo

Cose:

La recensione illustrata di Marco Petrella

La pagina dedicata su ISBN.

La mia pinboard.

L’ombelico di Giovanna
Ernest Van Der Kwast
144 pagine
Data di uscita: 17 Gennaio 2013
Traduzione: Alessandra Liberati
Formato: Brossura
13,50 euro
ISBN: 9788876383892

2 pensieri su “L’ombelico di Giovanna, Ernest van der Kwast

  1. Ciao! Ho letto questo libro perché commentandone la trama ad un corcorso online me lo hanno dato come premio! 🙂 Devo dire che l’idea che mi ero fatta di questo libro è stata confermata: una semplice storia, con un finale non proprio a sorpresa e un bel po’ di stereotipi, come giustamente affermi nella tua recensione. Tuttavia, ho provato a vedere al di là della semplice storiella e, ad astrarre personaggi, luoghi e vicende. Così ho consigliato il libro a tutti gli arrendevoli, coloro che per scelta preferiscono raccoglier mele anziché vivere di miele. Coloro che hanno paura di sbagliare, di lottare fino in fondo e iniziano a credere all’irreversibilità delle cose. Nel mio commento ho scritto che non è mai troppo tardi per cambiare, per saper vivere, per amare e per sperare. Ora dopo aver letto il libro aggiungo: Se ci si arrende alla durezza della vita non si vivrà mai l’estate e se non ci si apre all’amore, si avrà sempre una pancia vuota. Quindi facciamo quello che desideriamo senza mai mollare la presa, la vita è troppo bella per rifugiarci nell’ombra di un melo. Quindi complimenti per la passione che metti nel tuo blog e ti auguro di non mollare! 🙂

    • Ma che bello questo commento. Condivido e sottoscrivo ogni parola… e la tua idea sul libro! ** E’ vero, e semplice e manco tanto esaltante, però ci sono piccole cose e pensieri che fan riflettere e sperare…
      non è mai troppo tardi, ecco, ma forse è bene non allontanarci dai nostri desideri… Enzo se ne sarebbe risparmiate molte!
      Grazie mille davvero, un bacione ♥

Dimmene quattro! (o quante ne vuoi)