Bookbloggare

Perché avere un bookblog-litblog o come cavolo volete chiamarlo? Perché recensire? Perché dire la propria a tutti costi? Perché criticare, anche negativamente, come ci si chiedeva con un’altra blogger qui , dato che un commento negativo è, diciamolo, alternativamente divertente e difficoltoso da scrivere?

E’ una domanda che mi sono posta all’apertura di lepaginestrappate. Che mi pongo in questo momento, dopo che tra ieri e oggi è scoppiata una bella diatriba tra lit-blogger. Una di quelle con insulti, piuttosto deprimente e squallida, in cui la maggior parte dei coinvolti rimane arroccata sulla propria posizione come dietro la muraglia cinese.

Le discussioni lette in giro, il comunicato stampa pubblicato da quasi una novantina di blog, il “non vederci nulla di male” a partecipare a un progetto che mescola bookblog, consigli “tra amici” e mercato, mi ha portata a pormi una domanda… Ma i blog di recensioni che scopo hanno?

Posso rispondere solo per me, ovviamente non per altri. Eppure credo sia una domanda, questa, che a un certo punto tutti dovrebbero porsi.

Il mio è un diario di letture. Spesso di raccontini personali. Senza pretese di autorevolezza si mescolano le impressioni positive e negative su un’esperienza di lettura. Scrivo prima su moleskine, appunti sparsi. Un tempo rimanevano sparsi. Da quando esiste lepaginestrappate, invece, mi sforzo di dar loro una forma, di non lasciarmi sfuggire dalle dita le mie letture spesso troppo fameliche.

Fosse anche solo una la persona che mi legge, non importa. Questo blog è nato inizialmente per una persona a me cara, che ne sia consapevole o meno. E’ il mio primo lettore; gli altri sono amici, amiche, passanti, chiunque voglia.
Fossero anche solo zero lettori. Questo spazio è nato comunque per me, per far ordine nei miei pensieri. Non per vendere libri: se chi passa di qui acquista un libro che io consiglio, ben venga.

Ma ben venga ancor di più se fa buone letture e ne consiglia a me. Ben venga ancor di più se fa un giro al mercatino dei libri usati e scova qualcosa, o va in biblioteca perché 10-15-20 euro non sono mai una bazzeccola.Nonostante la buona fede dei partecipanti all’esperimento che ha destato scalpore (qui su inchiostrobianco potete leggerne), non credo che i dieci euro dei lettori di un blog siano niente.

Io comprendo la curiosità di capire più a fondo come funzionino i consigli di vendita libri nel 2013. Lo comprendo. Voi chiedete al libraio? Io un tempo sì (quando ancora nella mia città c’erano piccole librerie indipendenti). Ora mi affido al web, alle ricerche. Ad alcuni blog (sono una manciata, che hanno la mia stima e seguo con interesse costante) che seguo da tantissimo. Quelli affidabili, umili, senza strani giri pubblicitari. Quelli che non pubblicano un giorno sì e uno no le “segnalazioni” di un libro, che non hanno nemmeno letto. A volte sicuramente cascherò in qualche trappola e pessimo consiglio, ma va bene. E’ questo il gioco della lettura, anche.

Ma francamente, detto con tutta l’onestà di questo mondo, se le vendite di un libro da me consigliato sono aumentate di una o due copie non è certo cosa che mi interessa: non è il mio lavoro, né credo di dovermi accertare che il tempo trascorso a scrivere su questo blog abbia un riscontro in termini monetari. Non mi cambia la vita. Come ho letto in giro, invece, la domanda che alcuni si pongono è “voglio sapere se le ore trascorse a scrivere recensioni influenzano le vendite”. Ma perché, dico io. Dove perché significa “con quale fine”.

Dopo alcune mail ricevute in cui mi si chiedeva, pure piuttosto sgarbadamente, di recensire (non di leggere, di recensire!) questo o quel libro, avevo pensato di precisare che questo è un blog di letture personali, senza impegni verso nessuno se non di onestà e libertà di parola. Non l’avevo fatto per pigrizia, più che altro, ma lo faccio ora: recensisco quel che mi pare, mai tutto (circa un terzo delle mie letture, in media, sto notando), così come ogni giorno è scelta mia decidere cosa leggere. Senza spinte-accordidietrolequinte-nascostemanovre.

Non cercherò mai di far l’imbonitrice venditora, cercando di spingervi a un acquisto perché qualcuno me l’ha chiesto.

Però, attenzione, diventate miei amici e vi presterò un sacco di libri. (E pretenderò un sacco di consigli.) In fin dei conti ho un ex-libris, è un gufo, e non ho paura di usarlo.

16 pensieri su “Bookbloggare

  1. Infatti non userei come sinonimi le parole “recensione” e “consiglio”. Hanno significati diversi.
    Mi sembra chiaro che il tuo è un blog di letture personali, e mi piace per questo, ma fai bene a ribadirlo.

    • Hai proprio ragione! E’ un sacco che mi segno di cambiare alcune tag, fissarmi su un lessico preciso che lascia intendere la natura del blog e lo scopo delle sue parole 🙂
      Ti ringrazio (e ricambio l’apprezzamento ;))

  2. Il tema è scottante a quanto vedo! 🙂
    Anche io ho letto in giro questo post e sinceramente non ho proprio capito il principio alla base di questa cosa: perchè accordarsi per una recensione comune?
    Io, devo dirti la verità, ho un pò “paura” di entrare in questi meccanismi. Il mio blog è nato, come il tuo, primariamente per esigenza personale, la voglia di raccogliere pensieri e stralci di libri che, in epoca meno virtuale, si riportavano addirittura su fogli sparsi o quaderni. La parola recensione non mi è congeniale, quando posso cerco sempre di evitarla. Quello che provo a fare sul blog è suggerire quello che più mi piace, che poi magari, se può essere utile a qualcuno è anche meglio (ed ecco anche perchè faccio fatica a scrivere di libri che non mi sono piaciuti, mi sembra una forzatura parlare di qualcosa che non rileggerei). Detto ciò, mi sono dilungata e mi capita spesso. Posso riassumere il tutto con un “sono completamente d’accordo con te”.
    Un abbraccio.

  3. Viviamo tempi difficili :-). L’excusatio non petita dei 90 blogger e’ francamente irritante, soprattutto se si considera la censura preventiva delle recensioni negative. L’esperimento di marketing virale e’ comunque secondo me del tutto riuscito. La prossima volta, sarà un libro della Tamaro, e i blog saranno accuratamente selezionati tra i finalisti del Macchianera blog Awards dell’anno precedente. Scommettiamo?

  4. Barney, hai ragione. Diciamo che la promozione dei libri è importantissima anche sulla rete. E i blog possono influenzare. Secondo me, soprattutto nel “tenere vivo” anche per mesi dopo l’uscita in libreria.

    • Io sono SICURA che possono influenzare (sicuramente non blog come il mio, certo, ma quelli con un traffico di visite imponente), così come influenzano le valutazioni su anobii e persino quelle su amazon… Si parla spesso di lettori forti, non so quali siano i parametri per definirli: in genere reputo di essere tale, se comprende chi acquista un consistente numero di libri ogni mese, e vedo su di me che internet ha apportato grosse differenze. Posso pensare a una certa lista di volumi acquistati scuriosando tra i blog. Sono stati quasi tutti ottimi acquisti, peraltro.

      Però il blogger deve rimanere inconsapevole, non voler a tutti i costi appropriarsi di questo potere e cercare di portare la gente all’acquisto: l’esperimento in questione mi fa pensare che ci sia una fetta di blogger pronta a farsi mero strumento pubblicitario, senza onestà, personalità, credibilità. Una volta che scopri che la gente compra i libri che consigli (se li consigli in massa, senza critiche, con altri, aggiungo)… che cambia? Quale tipo di cambiamenti vuoi attuare?
      Anche se devo dire che avendone sguardicchiati vari, di questi blog, sembrano frutto di un tale copia-incolla di vetrine pubblicitarie, comunicati stampa editoriali, stessilibri-stesseparole-stessecopertine, che non dubito che siano già uno strumento pubblicitario acritico. Sembrano tutti uguali. E francamente io continuo a chiedermi… “perché”.

  5. Buongiorno! Comprendo il tuo punto di vista, anche se devo dire che io ci tengo assai alla presenza di lettori dalle mie parti. Cioè, per me il mio blog non è una specie di diario personale, ma un punto d’incontro. L’ho aperto perché cercavo di parlare di libri con degli amici e questi amici mi hanno dato picche.
    Sull’esperimento… la ricerca è sulla conoscenza. A prescindere da come e se vengono usati, i blog possono diventare strumenti. Io non voglio fare soldi col mio blog, da me non ho messo neanche un micrognoso bannerino. Non ce lo voglio, è solo un angolo virtuale in cui posso ciacolare con altri lettori di quello che s’è letto e non s’è letto. Però nel grande calderone dell’editoria, rientrano anche i blog e io vorrei capire in che modo. Ovvio che poi la conoscenza può essere usata in modi più o meno corretti, esistono già i recensori a pagamento su Internet – anche se ammetto che non ne conosco in Italia – ma il punto non è quello che si può diventare con questa consapevolezza, quanto l’averla tra le mani.
    Poi se tu non sei curiosa di sapere se hai un ‘riscontro al di fuori’ buon per te, io invece me lo chiedo assai xD

    • Bada bene, io sono AFFAMATA di conoscenza. Solo che, come ho già scritto sulla tua pagina facebook, non credo che questa ricerca avrebbe dato conoscenza. Non ti avrebbe fatto sapere se hai un riscontro (ma volete sapere se la gente LEGGE o COMPRA? Perché a casa mia sono due cose diverse. Un terzo dei libri recensiti qui viene da biblioteca; un terzo lo acquisto in ebook; un terzo in cartaceo, di cui molti regalati). Partecipare a una ricerca non è un assioma assoluto, è importante sapere le sue motivazioni, le sue metodologie, e anche se questa ricerca comporta il rinunciare a qualcosa che non andrebbe messo in discussione.
      Il fatto che chi organizza la ricerca sia la stessa parte interessata sembra la Coca Cola che cerca di capire le strategie di marketing per le proprie vendite, capisci? A me francamente sembra che ci sia molta ingenuità; i bookblog circolanti sono tutti a non scopo di lucro, eppure sembrano le vetrine degli editori. E non credo proprio ricevano compensi per questo. Io la considero… ingenuità. Se QUEL tipo di blog ha influenza sul mercato è una questione interessante, MA di certo non coinvolge il MIO TIPO di blog 😉

  6. La penso in sostanza come te, ne ho scritto anch’io. E ho alcune perplessità sia sul buffo comunicato sia sulla “ricerca” in sé, per come è stata descritta. Nulla a che vedere con le accuse di malafede, anche perché 2 blogger coinvolti li conosco personalmente. In soldoni, mi ritrovo con la tua “linea editoriale”.

  7. Concordo con te! Anch’io nella vita mi occupo di altro e se un libro vende più o meno copie non mi cambia la vita (anche se sono felice per l’autore nel caso in cui sia un libro che merita) Diciamo che ho creato il mio blog solo per condividere con gli altri la mia passione per la lettura. Prima scribacchiavo i miei commenti sul mio quadernetto e li tenevo solo per me, ma da pochissimo ho deciso di scriverli sul web affinché tutti possano leggere ciò che penso ed eventualmente commentare (trovo molto utile il confronto ed il dialogo). Apprezzo molto ciò che scrivi e per questo ti comunico che ho voluto premiare il tuo blog nei “Beautiful blog award” per il tuo impegno e serietà nel curare il tuo sito!
    Ecco il link : http://langolinodiale.wordpress.com/2013/02/16/blogger-award/#comments
    Ciao a presto!
    Ale

    • Decisamente il nostro “percorso” è molto simile, e infatti anche il tuo è, come il mio, più uno spazio di pensieri sparsi sulla lettura e l’amore per i libri 🙂 come piace a me!
      Ti ringrazio tantissimo, queste cose mi lasciano sempre un po’ commossa-imbarazzata-felice ♥ un bacione
      Chiara

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